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qualche istante. Dato il numero delle persone che si riesce a vedere (difficile immaginare ancora quante altre ne seguiranno), rimaniamo impressionati dal silenzio che regna durante quest'attesa. Poi, uno dei due cortei comincia a muoversi, entra nella via centrale della città e allora il silenzio viene rotto dal tintinnio dei machetes e dei bastoni che battono uno contro l'altro. Sfilano con ordine quasi militare, le donne e i ragazzini al centro del corteo, gli uomini di lato a formare un cordone di sicurezza ai margini della colonna. La proporzione tra uomini e donne è pressoché paritaria.
Molte portano neonati infagottati al petto. Gli slogan che maggiormente ci rimangono impressi sono: "Viva il comandante insurjente Marcos; viva las mujeres zapatista".
Rimaniamo in questo posto per più di un'ora; nel frattempo tutti gli stranieri presenti tentano a vicenda di schiarirsi un po' le idee. L'emozione si legge sui volti di tutti. Raggiunge la piazza a piedi un gruppo di ragazzi canadesi bloccati fuori città in bus a causa della manifestazione. Incrocio lo sguardo da vincita alla lotteria di uno di loro e commento: "Incredibile vero?" Mi risponde estasiato: "E' fantastico!"........

La piazza è stata ormai raggiunta da tutti i manifestanti ed è in corso un comizio. Le diverse migliaia di persone presenti assistono silenziosamente. L'oratore che seguirà sarà presentato come un "Comandante Insurjente" dell'Ezln. Evidentemente uno dei vice di Marcos, il cui nome veniva inneggiato durante il corteo, subito dopo quello del Comandante. Adesso abbiamo la certezza di aver assistito a qualcosa di veramente importante. Domani cercheremo di approfondire.

Il sito è molto bello, grande e immerso in un tratto di giungla molto fitta.
Purtroppo, dopo pochi minuti di visita, la pioggia diventa sempre più insistente, rendendo, a tratti, impossibile la visita. Trascorriamo lunghi momenti riparandoci e approfittiamo delle tregue che sporadicamente la pioggia concede per trasferirci velocemente da un posto all'altro. Anche la scalata alle piramidi è molto disagevole. Un vero peccato, riusciamo a goderci pochissimo questo posto che altrimenti sarebbe fantastico.
In Guatemala, la quasi totalità dei bus è costituita da vecchi scuolabus americani o canadesi, che, invece di essere rottamati, vengono qui riciclati. Dopo un accurato lifting a base di colori sgargianti, tornano a percorrere le strade del Guatemala. Il posto, normalmente occupato da due bambini americani, viene condiviso da almeno tre persone.
La presenza del turismo ha creato un mercato parallelo a quello destinato ai locali, dove si vendono principalmente tessuti e tutto l'artigianato che la regione produce. Vale comunque la visita,
specialmente se si ha la possibilità di essere presenti il mattino presto, prima che arrivino i bus carichi di persone dalle vicine località turistiche. L'atmosfera è magica, visitiamo la chiesetta bianca che domina la piazza (Iglesia de Santo Tomàs) e, di fronte, la Capilla del Calvario. Alcune donne vendono bellissimi fiori, i capi delle
"confradias" agitano turiboli e l'aria è impregnata dal fumo dell'incenso. Le scale della chiesa dovrebbero essere un luogo riservato alle popolazioni locali. Evidentemente non è chiara a tutti i turisti la sacralità del posto e molti stazionano sulle scale con macchine fotografiche a tracolla.
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