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Autore del messaggio: Yac da Chennai
lasciato il 18/11/2018 ore 16:44

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12/11/2018 Lunedi Chennai, volo alle 12,30 per Chennai, lunga attesa per i bagagli e raggiunta la città in Metro dall'aeroporto. Siamo in albergo al Ramada Egmore Chennai, dove, non ricordo perchè, forse era in offerta, avevo prenotato una suite con due camere e due bagni. Cerchiamo il bel ristorante nel quale eravamo stati nel 2003, Annalaxhmi ma stasera è chiuso, e quindi, dopo un po di shopping, cambio denaro allo spencers plaza mall, raggiungiamo una pizzeria e consumiamo due pizze margherita. Poi torniamo in hotel a goderci la nostra suite 70€ circa. Bonnuit
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Autore del messaggio: Viz da Visakapathnam
lasciato il 12/11/2018 ore 1:19

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11/11/2018 Domenica, trasferimento a Visakapathnam, Vizag per gli amici. Partiamo alle 8, e poco prima dell'una del pomeriggio siamo a Vizag, in albergo. Pranziamo nel freddissimo ristorante, freddo perché un po di lusso, e poi usciamo in direzione spiaggia. Ci sono molte famiglie indiane, oggi è domenica, che si divertono all'indiana, ma la spiaggia, dal punto di vista balneazione, è molto poco attraente, com mi aspettavo. Rientriamo prima del tramonto con Uber e non usciremo più da camera, nemmeno per cena, anzi io si, esco per una passeggiata di circa un'ora sulla via principale, ma comunque saltiamo cena. Buonanotte
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Autore del messaggio: Virag da Jeypore
lasciato il 10/11/2018 ore 18:28

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10/11/2018 sabato, ore 8,30 siamo pronti per partire. Quando pensi, ancora un'altro villaggio, altri mercati, cos'altro ci potrà essere di interessante? Prashand ci ripete ancora il nome del villaggio, il nome del gruppo etnico, ma non abbiamo più memoria e dimentichiamo subito, che poi sono tutti varianti dei kondh, varianti dei parajas, oppure bonda. Questi di stamani sono qualcosa Parajas. La strada che porta al villaggio è molto ben tenuta e quando arriviamo, in prossimità dell'ingresso, molti uomini attendono qualcosa lungo la strada, una salma ci dice P.. Sembra titubante, aggiunge, oggi le persone qui non saranno molto felici. Parcheggia e a piedi ci avviamo verso il villaggio, intanto lui inizia ad intessere rapporti coi passanti, in cerca di informazioni credo. C'è una scuola, molto bella con tutti gli alunni intenti a girovagare per la ricreazione, entriamo, è molto carina, ha tutti i muri decorati a motivi tribali ed i ragazzini vengono subito presi dalla franesia di avere degli stranieri in giro per la scuola. Mentre giruliamo, fuori passa il corteo che trasporta la salma e tutte le donne piangono o si lamentano, come prefiche, portandosi le mani in testa. Ogni tanto il corteo si ferma e vengono lanciate manciate di riso e monetine verso la salma. Cè qualcosa di familiare in questo rito, molto diverso ai riti di cremazioni indù visti finora. Infatti scopriamo di li a poco che nel villaggio sono Indù convertiti al Cristianesimo. Il tutto è anche certificato dalla presenza di maialini per il villaggio, visti soltanto nei villaggi cristianizzati. Ci avviciniamo per qualche minuto al luogo della cremazione, anche la pira ha forma diversa rispetto alle Indù, questa è di forma conica e la salma non si vede. Il defunto era un uomo molto anziano, vengono a portare omaggio anche da altri villaggi. Facciamo il giro per il villaggio che sembra molto infrastrutturato e pulito rispetto agli altri. È molto pulito perché nei giorni di lutto si porta omaggio anche con pulizie straordinarie, infrastrutturato per interesse diretto di un politico locale. Facciamo il nostro classico giro distribuendo qualche biscotto ai bambini e spesso anche agli adulti e qualche decina di rupie alle persone più anziane, barattandole per qualche posa fotografica. Prashand è sempre molto attento a non trascurare nessun rapporto e a non mortificare nessuno, anche quando nega, lo fa sorridendo e spiegando le ragioni della sua scelta. Nessuno sembra mai offeso dal suo modo di agire. Pian piano lasciamo il villaggio, dopo aver ridato un'occhiata alla cerimonia funebre. Proseguiamo il giro con altro villaggio, altra etnia, altri biscotti e poi rientriamo a Jeypore per pranzo. Nel pomeriggio ci attende l'ultimo mercato, a kuzumi, anche questo molto bello, ma non abbiamo più molta voglia e ci concediamo solo il minimo sindacale. Dopo un bel sonno ristoratore usciamo a fare 4 passi a Jeypore e poi a nanna. Domani finiremo il giro a Visakapathnam.
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Autore del messaggio: Kundia da Kunduli
lasciato il 9/11/2018 ore 18:14

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9/11/2018 venerdi, Kunduli Market. La sveglia abbastanza tardi per i nostri standard, ma funestata dalla comparse di 7 - 8 bolle sul collo di Lori e alcune sulle braccia. Cosa sarà? Insetti? Escluso, siamo pieni di repellenti chimici e condizionatore acceso tutta la notte. Cimici? Escluso, pungerebbero anche me. Probabilmente sarà una intossicazione alimentare, in autodiagnosi. Comunque appena usciti chiediamo a Prashand se ci accompagna in farmacia per verificare. Si dirige subito al presidio medico di Jeypore ma sembra un luogo abbandonato, chiede un po in giro e poi partiamo verso il tempio di Jagannath, poco lontano. Il tempio non sembra granchè, ma è invece molto importante e lo capiamo quando P. si avvicina e tra una telefonata e l'altra (lavoro, famiglia, il figlio che vuole sempre il pollo.... Ha l'ossessione del pollo Prashand) ci spiega nel suo inglese di 50 parole arrotate all'indiana il significato di molti degli attori dello scibile Induista. Infine, la visita, grazie a questo diventa anche gradevole. Ci dirigiamo quindi tra continue richieste di Informazioni all'ospedale di koraput. Direttamente all'accettazione. Allo sportello passa davanti a tutti e giusto aspetta che termini di servire la signora gia con modulistica in corso. Poi, dalla fila degli uomini, dice a Lori (siamo il suo lasciapassare) di approssimarsi allo sportello saltando la coda. Ne usciamo con il foglio in mano diretti al reparto skin. La sala d'aspetto è praticamente vuota, perche tutti i pazienti sono dentro l'ambulatorio, intorno al paziente di turno, un ragazzo che in canottiera e con voce flebile conferisce col medico. Tutti gli altri assistono pazientemente in silenzio. Quando il ragazzo viene servito tocca automaticamente a noi, nessuno si comporta come stessimo facendo una cosa sbagliata, o come se ci stessero facendo un favore, è come se fossimo di un altro pianeta. Il medico chiede di dove siamo, se siamo turisti, poi guarda Lori sul collo e dice exposition to sun, eritema solare. Si dovrà proteggere anche con abiti, crema solare già abbiamo la 50, poi pastiglietta e altra pomata da mettere nelle ore di maggiore irradiazione. Ci fa la ricetta e scappiamo. Al dispensario medico si ripete lo stesso copione, saltiamo la coda e dopo circa mezz'ora forse anche meno da quando siamo arrivati possiamo riprendere il cammino verso la nostra vera meta di giornata, il mercato di Kunduli. Ormai vediamo mercati e villaggi da cinque giorni o più e quindi siamo meno incuriositi dall'aspetto etnico, ma sono sempre delle ottime fonti di spunti fotografici, e quindi trovo anche oggi motivi di interesse. Il mercato è molto grande ma in un'ora o poco più lo rigiriamo due volte. I tragitti sono sempre molto gradevoli, si attraversano risaie ed altre coltivazioni, è tutto molto verde a causa della recente scomparsa delle piogge. Ci fermiamo a pranzo e ancora in un paio di Villaggi. L'ultimo che visitiamo, ormai non raccolgo nemmeno più i nomi e le etnie, è popolato da vasai e produttori di mattoni. All'ingresso del villaggio c'è la produzione delle ciotoline in terracotta che vengono usate in India per il chai di colazione o per il card, o in genere per la parte brodosa o di condimento degli street food più svariati. Le producono di continuo con movimenti manuali ripetuti chissà quante migliaia di volte, ed è quasi ipnotico seguire questo processo. Qui rincontriamo la coppia di Catania, Nuccio e Pina Margherita, e ricominciamo a raccontarci da dove ci eravamo lasciati, come sempre accade tra viaggiatori, ci scambiamo i riferimenti social e poi i nostri cammini si dividono, loro si muovono in direzione opposta alla nostra. È stato un bello scambio, anche se fugace. Ci salutiamo e completiamo il rientro in hotel. Il resto non è viaggio.
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Autore del messaggio: Bonda da Onkadelli
lasciato il 9/11/2018 ore 18:11

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8/11/2018 Onkadelli giovedi. Si parte alle 7,30 già mangiati, Prashand ha lavato la macchina e anche cambiato la maglietta. Durante il tragitto facciamo un paio di commissioni, nel frattempo ci informa che oggi mangiamo al campsite di proprietà della sua compagnia e che cucina lui ed io mangerò chicken. Minchia no, provo a protestare, mi cresceranno le ali, deve aver inteso che mi piaccia molto e che non possa mangiare vegetali. Provo a spiegare tutto questo ma lui con fare deciso mi sorride fingendo di non capire e ribadisce, mangerai chicken. E va be, non insisto oltre, del resto il cliente (che sarei io) ha sempre ragione. Chicken sia. Intorno alle 9 siamo al mercato, abbastanza presto, gran parte dei posti deve ancora essere allestita, ma i Bonda ci sono già, ed in fondo siamo qui per loro. Prashand, come al solito, ci istruisce preventivamente sul codice di comportamento, foto da vicino pagare, 20 rupie a soggetto, da lontano no problem, è una tacita tariffa condivisa. Al solito, accettiamo di fare circa sei foto in posa, 120 rupie, e poi, liberi tutti. Nel frattempo le donne Bonda, che portano spessi collari di metallo, al capo e al collo moltissime collanine di perle, cercano di vendere gli stessi monili ai turisti. Girulando a caccia di foto mi si avvicina una signora dell'altro gruppo di occidentali, mi si avvicina con fare saccente e mi dice che io, dato che ho il teleobiettivo dovrei pagare anche se fotografo da lontano, è una regola, perchè loro sono povere e vanno pagati, mi dispiace dirglielo ma è così. Non sono pronto ad organizzare un sincopato di vaffanculo in Inglese perchè troppo concentrato a cercare immagini interessanti e gli indico Prashand che, mi farà mangiare chicken anche oggi, ma in questo momento mi fa da segretario e, sentite le ragioni della signora, mi fa segno di ignorare, toccandosi la tempia indicado il precario equilibrio della signora. Credo abbia saputo dall'altra guida che appartiene alla stessa compagnia, ma potrebbe anche essere puro talento nel riconoscimento di rompicoglioni. Abbandonato il mercato, ci fermiamo a fare spesa lungo la strada, lui va verso il chickenvendolo e provo ulteriormente a convincerlo e bla bla bla, Its not your problem, mi risponde e fa di testa sua, ma saliti in macchina mi spiega che è morta la moglie di suo zio 10 giorni fa al suo villaggio, e quindi, gli Indù, dalla scomparsa del caro, indovina per quanti giorni non si può mangiare chicken? 10, e scadono oggi. Poi scoppia a ridere, e io che pensavo fosse vegetariano.... Bastard. Comunque il chicken era molto buono, al campsite ho fatto anche un pisolino, prima di rimetterci in viaggio e visitare onroad ancora due villaggi, uno Paraja prossimo al campsite e l'altro Ollar Gabadas, poco distante, molto più interessante per la produzione superartigianale di vasi Pottery village con la scuola ed i bimbi in pausa pranzo. Poi rientrati in hotel fino a sera.
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Autore del messaggio: Konda da Chatikona
lasciato il 9/11/2018 ore 18:9

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7/11/2018 Mercoledi. Oggi è Diwali, festa indiana, il bene vince sul male, la luce sul buio, festa di luci e di colori, botti, etc, ma noi essendo in luoghi remoti, penso non vedremo nulla di questo. Si parte alle 6,30, dopo aver fatto colazione preparata sempre da Prashand. Siamo diretti al Chatikona market, dove i Dongria Khonda, una delle 63 minoranze tribali dell'Orissa, scendono dalle montagne per vendere i loro prodotti ed approvigionarsi di altri. Arriviamo al mercato a metà mattina, il mercato è gia in piena operatività, ci sono qui, per la prima volta da che siamo in viaggio, alcune comitive organizzate, seppur piccole, di turisti occidentali. I mercati sono una buona opportunità di entrare in contatto con le popolazioni tribali più remote o maggiormente schive. Alcune di queste sono state fino a po' di tempo fa anche ostili nei confronti degli occidentali e quindi occorre prestare attenzione a non fare mosse sbagliate. Di solito il peggio che si possa fare è fotografare ostentatamente o senza chiedere prima. Di solito una mancetta mette al riparo da qualsiasi problema. Se però contratti prima o lasci intendere che paghi, si mettono in posa da ritratto, e questo è abbastanza sgradito a chi fa le foto. Quindi la politica è, pagarne alcuni a titolo di risarcimento o ticket per il gruppo, e poi scatto in libertà con il teleobiettivo da più lontano. Inoltre Prashand, il nostro driver, è molto attento a non trascurare l'aspetto mance per i gruppi tribali o nei villaggi, e, quando necessario, interviene lui se noi manchiamo. Inoltre lo fa con buon equilibrio, con risolutezza indiana, se non ritiene corretta una richiesta, cazzia ma senza cattiveria, del resto ha bisogno per lavorare anche della loro benevolenza. Il mercato è bello e grande, si svolge dietro la stazione ferroviaria di BissamCuttack. Impieghiamo qui tutta la mattinata, poi andiamo a pranzo in uno dei ristoranti scelti dal nostro driver, che conosce tutti i posti migliori, anche se mangia sempre e solo il Thali vegetariano, come Lori. Io invece anche oggi mi accontento di un po di riso e dhaal, anche se il mio stomaco inizia ad andare meglio. Sulla via del ritorno visitiamo villaggio Mali kondh (quello in discesa) e Kuvi Kondh, quello coi bimbi in coda. Nel primo pomeriggio rientriamo a Jeypore per riposare un po. Uscendo dall'hotel per una passeggiata verifichiamo cosa significa la festa di Diwali, tutti posano lumini davanti alle case o ai negozi e disegnano mandala di polveri colorate e gessetti per terra, sparano botti e candele di varia foggia, dalle innocenti candeline alle raffiche da 1/4 d'ora ai cannoni di Navarone. Ps: i cannoni li hanno comprati tutti i nostri dirimpettai di finestra e li spareranno fino a notte inoltrata. Dopo aver augurato 1 migliaio di Happy Diwali, 5000 from Italy e 24 selfie con tutti i membri delle varie famiglie e visitato un tempio, rientriamo per cena. Stasera Chicken tikka e 1 naan (spiedino di pollo e pane) perchè non ho ancora voglia di masala o curry. Poi a nanna domani mercato di Onkadelli, forse il più noto.
<-------> Email: Q@.

Autore del messaggio: Tiger da Pushanghia
lasciato il 9/11/2018 ore 18:7

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6/11/2018 si parte alle 8.30 da Gopalpur dopo colazione e da oggi ci addentriamo verso l' Orissa tribale. 230 km per Pushanghia, villaggio Malai Kondha dove le donne arrivate all'età feconda tatuano il viso in foggia di tigre, tiger tatooed face. Facciamo un giro per il villaggio e ne incrociamo diverse, Prashand è anche molto ben inserito e tutti lo accolgono con favore, sembra anche molto educato, mai sopra le righe. Molte si fanno fotografare senza problemi, assumendo un atteggiamento molto serioso, richiedendo poi il compenso di una piccola mancia. Altre, più schive, rifiutano. La tradizione dei tatuaggi sul viso deriverebbe dalla storia di un monarca che in passato rapiva le bellezze locali per servirsene come meglio credeva, i tatuaggi furono la risposta delle popolane e servivano, secondo la leggenda a dissuadere gli eventuali rapitori. Boh, approfondiremo... Dopo il giro al villaggio rientriamo al nostro ecolodge per un riposino, poi Prashand , che nel frattempo si è trasformato in cuoco, serve cena, buona, veg + chicken. Alle 7,45 siamo a dormire, è il posto più silenzioso di tutto il paese.
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Autore del messaggio: Ibis da Chilika Lake Gopalpur
lasciato il 9/11/2018 ore 17:56

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5/11/2018 alle 8,30 con puntualità svizzera Prashand ci recupera in hotel e ci mettiamo in viaggio per il Chilika lake, prima delle 11 siamo al lago, prendiamo la barca e iniziamo il tour. Con noi in barca il pilota, dotato di lunga canna di bambù con la quale spinge e cambia la traiettoria della barca e un guardia parco che indica di volta in volta gli uccelli a portata di vista. Le vere e proprie migrazioni sono appena iniziate e quindi non è il periodo più ricco di avifauna. Comunque il giro è molto gradevole e dopo circa 1 h 1/2 siamo di ritorno. Ci rimettiamo in viaggio, ci fermiamo a pranzo, prawn masala per me e veg thali per Lori e Prashand, e proseguiamo fino a Gopalpur on sea, località di mare per villeggianti bengalesi. Prima di entrare in "paese" (si fa per dire) passiamo al porto e scatto ancora un po di foto ai pescatori. Poi arriviamo in albergo, il primo del pacchetto di tutta la settimana da qui in avanti. È molto prossimo a quel che ci si aspettava e, dopo aver fatto togliere il ragnetto residente dal bagno e aver chiesto una serie di interventi per doccia condizionatore etc, ci sistemiamo e la camera non è neanche così male. Faccio anche un po di bucato, ma poi non usciamo nemmeno per cena, la mia pancia comincia a ribellarsi al gusto masala e qui, non si vedono molte altre possibilità. Dormiamo fino a mattina.
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Autore del messaggio: Dhenkanal da Joranda
lasciato il 9/11/2018 ore 17:53

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4/11/2018 Dhenkanal - Joranda. Alle 7,45 suona il telefono in camera, in anticipo di 1/4 d'ora è Prakash che ci aspetta già sotto. Siamo gia migliorati rispetto ad ieri con 40 min di ritardo. Partiamo verso Joranda temple per la Puja dei Sadhu, e impieghiamo circa 3 ore ad arrivare. Denkhanal è tutta intasata per via dei festeggiamenti della città e ci costa quasi un'ora l'attraversamento. Il tempio di Joranda non sembra molto diverso dagli altri, se non per il fatto di essere dipindo a calce di un bianco che alle 11,30 del mattino acceca. Vi risiedono i Sadhu, guru o santoni asceti, che in questa versione vestono soltanto un perizoma in cotone e portano lunghi capelli rasta. Hanno età varia, direi tra i 15 ed i 60 anni. Quando inizia la celebrazione si riuniscono sul retro del tempio, si prostrano a terra diverse volte e poi tra tamburello e rintocchi di campane alzano le mani al cielo recitando una nenia in coro. Intanto i due Baba più anziani eseguono diversi giri intorno al corpo principale del tempi, con passo deciso (il pavimento ha 3000 gradi e siamo tutti scalzi) sventagliano una specie di spolverino in direzione del tempio. Il tutto si ripete più volte, è molto interessante, fa un bel caldo. Quando finisce la funzione, tutti i Sadhu, uno per volta si prostrano ai piedi del Baba nell'atto di baciargli i piedi e si rialzano solo quando lui li solleva da tale compito con un tocco sul capo. Poi visitiamo il resto del complesso monastico, i dormitori le cucine etc. Altri Sadhu, altri minori rituali. Ci spiegano che questa comunità non idolatra uno dei tanti dei della profferta di Idoli Indu classici, ma si rifà agli elementi della natura, il sole la terra il cielo, e' questo probabilmente il significato di baciare in terra e alzare le mani al cielo. Il tutto avviene su porzioni di pavimento del tempio dal colore diverso perché cosparsi di cow dung, cacca di mucca. Molto molto interessante. Ci rimettiamo in strada e poco dopo ci fermiamo a pranzo in un local. Mangiamo un Thali buono. 450 rupie in tre, 5€ circa. Poi ci dirigiamo al villaggio di Sadei Bareni dhokra craft village. Il villaggio è molto scassato, un paio di famiglie costruiscono e vendono oggetti in ottone senza grande insistenza ce ne propongono alcuni, i più giocano a carte. Da dietro una capanna escono una decina di bambini molto colorati, e intavolano uno sciocco balletto, divertendosi un sacco, poi chiedono invano cioccolata e bonbon che non abbiamo. Ci rimettiamo in strada e dopo circa una ora di viaggio siamo a Naupatna textile village. Qui il villaggio è un po più strutturato, veniamo anche qui invitati a visitare una casa con telaio, bobine di filo colorato e ci mostrano alcuni tessuti. Anche qui dopo alcuni minuti salutiamo e ringraziamo. Il resto è rientro in albergo e cena all'Hare Krishna, ristorante veg vicino alla stazione. Chana Masala x Lori e Pulao Kashmiri e kesar Pista x me. Il nostro accompagnatore sembra molto a modo, speriamo continui così per tutta la settimana, ha risolto anche il caso della sim Vodaf. senza credito. Buonanotte
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Autore del messaggio: SunTemple da KonarkPuri
lasciato il 9/11/2018 ore 17:48

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3/11/2018 appuntamento alle 8,00 con Sonu, il taxi driver uber col quale abbiamo preso accordi per la gita di giornata, ma spunta serafico alle 8,40 scusandosi anche abbastanza poco. Ha avuto un imprevisto, il figlio è dovuto andare a scuola e quindi lo ha accompagnato, che cazzo di imprevisto è? E pensare che aveva addirittura proposto le 7,00 ma avremmo dovuto rinunciare a colazione... Va be, siamo in India. Ci dirigiamo verso Konark, al Sun Temple, patrimonio Unesco. Facciamo una deviazione per lo Iogini temple, in mezzo alla campagna, piccolissimo ma molto bello. Fuori da Bhub. il paesaggio diventa subito più bucolico, risaie campagna palme etc. Arriviamo a Konark e già si schiatta di caldo, il tempio è molto bello, anche se molto affollato. La proporzione tra il biglietto Indiano e quello stranieri è 40 a 600. Ci sono un sacco di guide che si propongono, il tempio necessiterebbe di spiegazione, ma il primo che ingaggiamo lo licenziamo dopo 1 minuto, parla un Inglese incomprensibile, il secondo parla molto meglio ma viene subito beccato da una guida ufficiale che gli fa il c... perché questi è un abusivo, la guida ufficiale non cede suol prezzo e continua a baccagliare. Al che gli dico "fermamente" che francamente, per il biglietto di ingresso pagato, dovrebbero perlomeno includere una guida alfabetizzata e lo dissuado dal continuare a insistere. Il tempio è comunque molto bello anche senza guida. Usciti, ci ricongiungiamo con Sonu e proseguiamo per Puri, dopo aver messo il naso sulla spiaggia di Konark. Proseguiamo per un tratto di strada con pochissimo traffico, con paesaggio molto bello. Arriviamo al tempio di Puri, Jagannath Temple e qui è una vera bolgia, si lascia l'auto 1 km prima e non trovando parcheggio, Sonu lascia l'auto chiudendo altre macchine, determinato a venire con noi. Sappiamo di non poter entrare dentro perche l'ingresso è riservato solo agli indù, ma ci dovrebbe essere una terrazza dalla quali si vede da lontano. Solo che è chiusa. Quindi dopo aver percorso avanti e indietro il tratto dal parcheggio al tempio in risciò a piedi ed in bus (1km) ritroviamo l'auto e andiamo a pranzo al Wildgrass, di nuovo fish tikka consigliatissimo da lp, infatti è squisito. Come dopopranzo ci siamo regalati una bella sosta ai burning gath per assistere ad un paio di cremazioni. Qui, a differenza delle altre viste in India e Nepal, le salme non vengono coperte in sudari e quindi sono perfettamente visibili e riconoscibili. Ci dirigiamo verso il villaggio di Ragurajpur con molte aspettative per le case decorate e la comunità di artisti che lo popola, ed in effetti sarebbe anche pittoresco, se non ti scassassero i cabbasisi dal primo secondo per visitare tutte le case e vedere i lavori che eseguono, entriamo in un paio senza chiaramente acquistare nulla. E poi lemme lemme rientriamo sfatti in Hotel. Licenziamo Sonu che in origine avevamo ingaggiato anche per domani (ha una guida molto nervosa ed un atteggiamento sempre prepotente al volante, cosa che non aveva mostrato durante la corsa in cui ci siamo conosciuti), perchè nel frattempo via wapp abbiamo ingaggiato un altro per domani, forse sarà lo stesso che ci accompagnerà nel tour. Sperem... Forse stasera saltiamo cena.
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