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Autore del messaggio: zio e nipote da Bastia Ghisonaccia
lasciato il 2/7/2020 ore 12:39
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Corsica 2020 venerdi 19 Giugno - Bastia Ghisonaccia. La nottata quasi insonne di Ale, vuoi per il mare grosso che per l'esaltazione della situazione, fa sì che la tappa di oggi risulti un po’ pesante, lasciamo Bastia in direzione sud, disputandoci la strada con le auto che si spostano verso la zona industriale di Bastia, dopo aver dato una rapida occhiata al borgo ed al vecchio porto di Bastia. Ale è al settimo cielo, eccitato come un ragazzino, trova bella anche la zona industriale di Bastia. La giornata è stupenda, io mi rilasso solo quando la ciclabile dello stagno di Biguglia ci solleva dal doverci contendere l'asfalto col traffico della cittadina. La tappa odierna, lo sapevamo, sarà una tappa di trasferimento, poco entusiasmante se non per la pausa pranzo in spiaggia, con bagnetto rinfrancante a circa metà percorso. Ci fermiamo a Ghisonaccia con circa 105 km nelle gambe e dopo aver sofferto un po’ il caldo, stanchi ma felici, o almeno così mi pare. Montate le tende dopo esser fuggiti da un campeggio per sceicchi, andiamo a cena fuori, poco entusiasmante, una brasserie tra le tante. Poi a nanna. Come primo giorno non male. Corretto fermarsi a Ghisonaccia e non osare oltre fino a Solenzara. Domattina avremo una 20ina di km per scaldare la gamba prima di affrontare la salita alla Bavella. La notte ci rapisce e ci restituirà al nuovo giorno ricaricati. 105 km circa percorsi
<-------> Email: zio@nipote.co
Autore del messaggio: zio e nipote da Torino Savona Bastia
lasciato il 2/7/2020 ore 12:37
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Corsica 2020 giovedi 18 Giugno – Torino Savona Bastia. L'avvicinamento a questo viaggio non è stato lineare... Alterno momenti di grande esaltazione ad altri di dubbio e quasi scoramento. La preparazione delle bici, il portapacchi di Ale, mi distrae dai pensieri negativi, le prove su strada sono confortanti fino all'ultima, la prova generale, che lascia a lui un ginocchio dolorante e mette in discussione la possibilità di effettuare questo giro in Corsica. Per me non è certo il primo, anzi, ma l'idea di poterlo fare un giorno con lui, è presente dal mio primo giro su quest'isola, ormai circa 12 o più anni fa. E adesso ci siamo, è iniziata a parlandone quasi per scherzo ed infine mi sono lasciato coinvolgere, perciò partiamo in ogni caso, ginocchio o non ginocchio, alla peggio faremo castelli sulla sabbia di qualche spiaggia corsa, anziché fare castelli in aria. Ale mi raggiunge nel pomeriggio e lasciamo casa dopo aver rivisto gli ultimi dettagli del carico, della bici, già in preda ad uno stato di euforia crescente. Percorse poche decine di metri, siamo già fermi a scavare in una delle borse per controllare se abbiamo portato la pompa, un dettaglio. C’è, ci allontaniamo definitivamente verso Porta Nuova, se avremo dimenticato qualcosa ormai lo scopriremo in Corsica, ma poco male, necessita allontanarsi velocemente da casa e far iniziare il viaggio. Ancora qualche decina di minuti e parte il treno che ci porterà a Savona. Caricando le bici in treno, mi accorgo subito, che almeno la mia, è molto più carica del solito. In parte giustificabile dal maggior carico di attrezzatura di servizio per la cucina da campo, buona parte però dovuta al fatto di non essere statò così austero come di solito nella preparazione del bagaglio e del set di attrezzi per la bicicletta. Credo sia dovuto alla responsabilità di non essere solo… Ma ormai va così, da qui in avanti, qualsiasi imprevisto va risolto per strada e tanto vale rilassarsi. E così accade, appena parte il treno rimaniamo solo noi e la strada che abbiamo da percorrere. Arriviamo a Savona quasi senza accorgercene, e ci mettiamo in coda al solito smercio di farinata da asporto dove ne acquistiamo, già affamati come se fossimo arrivati a Savona in bicicletta, una mezza padellata. Il pizzaiolo si mostra un tanto scettico sulla possibilità di consumate tanta farinata in due, e quando soppesiamo il fagotto ci rendiamo conto del perché. Comunque ne divoriamo una buona parte in compagnia di un ciclista elettrico ligure, banfone ma simpatico, poco lontano dallo spaccio, lui ci consiglia un percorso curioso per Savona, con sculture storiche affisse ai muri di una strada, e ci accompagna nel percorso che si trova sulla via dei traghetti, poi ci salutiamo e puntiamo verso i traghetti. Ci imbarchiamo senza problemi e dopo una birretta ci ricoveriamo in cabina, domattina up and running, abbiamo la prima impegnativa tappa di viaggio in Corsica. Buonanotte
<-------> Email: zio@nipote.co
Autore del messaggio: Direttrice da Nungwi
lasciato il 18/10/2019 ore 20:57
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Tanzania Zanzibar Nungwi 16/09/2019 è l'ultimo giorno di mare e quindi abbiamo programmato una giornata di spiaggia tipo, con i teli, i costumi, e tutto l'armamentario. Quindi dopo colazione andiamo alla rotonda e prendiamo il Dalla dalla fino all'incrocio, poi a piedi il km e 1/2 di sterrato che attraverso il villaggetto di Kendwa porta alla spiaggia. Arriviamo in piena bassa marea e quindi ci spariamo all'ombra e non ci si bagna. Per pranzo cerchiamo un risto sulla spiaggia che non sia troppo leccato e troppo pieno di italiani e quando ritorniamo dopopranzo in direzione della punta, ci si può finalmente bagnare. I colori sono sempre bellissimi, sia in bassa che in alta marea. Poi si rientra sempre in dalla dalla dopo aver raggiunto nuovamente la strada. Ritorniamo al baruccio di ieri sera per l'aperitivo di lemon juice e infine sfatti rientriamo in albergo Atii apartament lodge. Cena nuovamente al Macis con spiedino di beef prendendo spunto dai Japponesi e zuppa e misto verdure curry e papadam per Lori. Buonanotte
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Autore del messaggio: MaiBanale da Nungwi
lasciato il 18/10/2019 ore 20:56
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Tanzania Zanzibar Nungwi 15/09/2019. Infine abbiamo prenotato a Nungwi, nonostante i consigli di Captain Colombo, perché a Kendwa non c'era grande scelta sulle accomodation. All'arrivo a Nungwi, abbiamo il dubbio di aver sbagliato scelta, il posto non sembra granchè, certo molto meno bello che Jambiani, e poi piove. Ma non bisogna mai fidarsi del primo sguardo, quando l'occhio si abitua si colgono molti altri aspetti che subito non si percepiscono. E quindi dopo aver valutato che già il posto scelto per dormire non è il massimo, ma sarebbe stato così ovunque, dopo il blue oyster di Jambiani, andiamo verso la spiaggia, dove ci rintaniamo nel risto meno accogliente del viaggio, a causa dell'acquazzone improvviso. Quidi, appena smette di piovere, esce un po di sole e ci avviamo sulla spiaggia, in direzione kendwa beach. Ad un certo punto non è più possibile proseguire sulla spiaggia, ed entriamo nel giardino di un lodge enorme, cercando di capire se possibile attraversarlo ed uscire oltre le rocce e proseguire la nostra passeggiata lungo la spiaggia. Veniamo osteggiati discretamente, avvicinati da un Masai finto di guardia, ci invita a lasciare il luogo, riusciamo ancora a mettere il naso nel ristorante, e poi ci avviamo verso l'uscita, che data la vastità del resort si potrebbe dire nell'entroterra. Prima di uscire nel mezzo del nulla brullo ci informiamo, il costo per notte è di 520$, non so se a persona (immagino di si) o camera, si però tutto incluso. Non cambia granché per noi, quindi lasciamo il resort e a piedi raggiungiamo attraverso il villaggetto la spiaggia di kendwa. Bellissima, arriviamo con l'alta marea, peccato che la marea si sia portata anche una colonia importante di italiani. Così che tutti, anzichè i soliti Jambo ti salutino direttamente in lingua madre e i negozi di souvenir rechino le insegne di Ikea, Zara, Max Mara, tutti marchi Italiani, nell'immaginario tanzaniano. Anche il livello del pubblico sembra essere quello da grossi gruppi organizzati. Ho la stessa sensazione di Playa del Carmen e quindi ci allontaniamo in fretta, verso il capo della spiaggia più lontano, quello più bello. È domenica e ci sono molti ragazzi in questo tratto di spiaggia. Quando è ora di pensare al ritorno, immaginiamo di dover perlomeno raggiungere la strada principale e da li aspettare il passaggio di un dalla dalla per Nungwi. Certo sarebbe facile al villaggio contrattare per un passaggio in taxi, ma questo viaggio è troppo povero di contatti e notoriamente i trasporti sono sempre una buona occasione. Invece con la proverbiale faccia di q.lo che occorre in queste occasioni, chiedo ad un paio di pulmini fermi sulla spiaggia, il primo dice di tornare a stone town, il secodo risponde che rientra a Nungwi, When? Now! Saltiamo su senza capire cosa significhi now, è mezzo vuoto e notoriamente partono quando pieni a tappo. Ma presto realizziamo di non essere su un bus pubblico, ma un charter per i ragazzi gitanti che festeggiano il compleanno di una ragazza. Quindi salgono tutti, molto eccitati, anche per la presenza a bordo di due Muzungu, stranieri bianchi, tirano su un volume da sound system che fa ballare anche tutti i passanti, ed il rientro diventa una sorta di carro love parade. In estasi da delirio reggaetone arriviamo in fondo al villaggio di Nungwi, molto più caratteristico che kendwa. Alla luce di quanto visto, e per come relazioniamo noi, meglio aver deciso di stare qui che a Kendwa. Prendiamo ancora un aperitivo, poi rientriamo subito dopo il tramonto, che su questo versante avviene sul mare. Cena buonina al Macis, il ristorante del Lodge. Come lodge lascia un po a desiderare, il ristorante è molto meglio, io spiedini di tonno e ananas, e tiger prawns per Lori, cheese cake passion fruit come dolce. Buonanotte.
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Autore del messaggio: Yuppo da Jambiani
lasciato il 18/10/2019 ore 20:54
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Tanzania Zanzibar Jambiani 14/09/2019 oggi è l'ultimo giorno pieno da spendere a Jambiani, e quindi, sperando che vada meglio che a Prison Island, prenotiamo un altro giro di snorkeling. Capitan finduz, il simpatico marinaio che da tre giorni ci tampina in hotel, dice ormai è tardi per uscire di mattina presto e quindi intorno alle 11,00 se qualche amico si avvicina in barca, possiamo camminare sul fondale lasciato asciutto dalla bassa marea, fino a raggiungere la barca per allontanarci per lo snorkeling. Intanto lui va a cercare pinne e maschera che vadano bene per noi. Nel frattempo bighelloniamo in resort in attesa che le condizioni di marea consenta l'uscita. Verso le 11,30 dice che si può andare, e ci incamminiamo seguendolo per i fondali fino alla barca, la marea sta risalendo quindi saliamo sul dowh e issiamo la vela. C'è sempre vento e nel giro di meno di mezzora siamo poco rima del banco di barriera e ci tuffiamo. C'è una corrente importante e con fatica riusciamo a dare una occhiata intorno, il corallo non è granché, ci sono pochi pesci, alcuni molto colorati, ma sicuramente non vale la pena di stare in acqua e faticare per molto più che la mezzora che impieghiamo. Almeno non ci sono meduse che pizzicano, come a Prison Island. Quando ne abbiamo abbastanza di combattere con freddo, corrente e maschera e pinne, risaliamo in barca e rientriamo in resort. Decidiamo di non pranzare in hotel ed andiamo verso sud sulla spiaggia, fino al risto local che avevamo visto l'altra sera. È vuoto, ma aperto, almeno così dicono. Dopo aver ordinato, spariscono tutti, per poi riapparire ad intervalli di circa mezzora con un pezzo per volta. Quindi, dopo circa 2 ore hanno terminato di servire tutti i piatti, ed alle 15,45, pole pole, si termina pranzo. Insalata di frutta, samoza, calamari e ugadi, più mezzora per le posate e i succhi, i conti tornano. Rientriamo in hotel passando per il villaggetto alle spalle della spiaggia ed slle 20 siamo a cena. Abbiamo prenotato cibi più light, zuppa e wrap per lori, e beef per me, ma in compenso scoliamo una buta di vino sudafricano. E buonanotte.
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Autore del messaggio: Otto da Jambiani
lasciato il 18/10/2019 ore 20:52
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Tanzania Zanzibar Jambiani 13/09/2019 Be, non ce molto da raccontare in questi giorni di mare, tranne che.... appena scesi in spiaggia, dopo la buona e ricca colazione in lodge, c'è bassa marea, il ritiro delle acque lascia un fondo melmoso di sabbia bianca con pozze piene di ricci e alghe sparse. Ma molte donne locali si incamminano per andare a raccogliere le alghe che coltivano più a largo e quindi anche noi ci avventuriamo e andiamo a vedere. In effetti c'è una popolazione di orti di mare, filari dove vengono allevate e raccolte alghe di colore bruno, che poi vengono rivendute per l'industria cosmetica. È molto interessante e spendiamo un po di tempo a fotografare ed osservare. Poi ci incamminiamo verso Paje, il villaggio principale a 7 km o poco meno da qui. Quidi camminiamo sulla spiaggia per tutta la mattinata, col mare che assume colori irreali, dal verde al turchese, cielo azzurro e qualche nuvoletta bianca, il paradiso di chi abbia una fotocamera in mano. Ci fermiamo a pranzo per un pad Thay caro e poco pad thay, e poi teminiamo la gita a Paje, tra decine di Kite surfer. Incontriamo Colombo, simpatico tuttofare, col quale ci intratteniamo per una buona mezzora a parlare di kitesurf, di alghe, di kendwa nungwi, di pesca e altro. Schiviamo dozzine di masai venditori di collanine che al nostro passaggio ci avvicinano e ripetiamo mille volte la stessa tiritera: from Italy, ciao bello, tutto bene, Roma o Milano? Due figli, grandi... Karibuny Asante sana, mambo poa, pole pole, akuna matata etc etc etc. Poi a paje ci mettiamo in direzione Jambiani sul ciglio della strada e aspettiamo qualcosa che passi vicino ad un nugolo di persone, dalla dalla o bus. Passa un piccolo bus e ci saltiamo sopra, dopo 15 minuti circa siamo al lodge. Un po di sole, un po di bucato e cena in lodge. Buonanotte
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Autore del messaggio: Zanzi da Zanzibar
lasciato il 18/10/2019 ore 20:50
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Tanzania Zanzibar Jambiani 12/09/2019: alzati senza fretta, abbiamo il taxi alle 9 e quindi, con i nostri orari, possiamo tranquillamente prendercela comoda. E infatti alle 8,50 circa si presentano i conducenti e presto si parte, dobbiamo cambiare i soldi e quindi siamo davanti al cambio al mercato alle 8,55, prima ancora che la banca apra. Sbrighiamo il cambio in una decina di minuti e siamo in auto alla volta di Jambiani. Speriamo che il mare sia davvero all'altezza delle aspettative. Arriviamo in tarda mattinata al resort blue Oyster, ci siamo concessi un po più del solito. E infatti il posto è molto figo, il mare ha un colore incantevole, verde turchese. C'è bassa marea, quindi il mare è molto lontano, ci concediamo una giornata relax, non c'è molto da fare al villaggio. Ci baccagliano tutti, massaggiatori, improbabili capitan findus etc. Prima del tramonto facciamo una bella camminata, prima verso nord e poi sud.
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Autore del messaggio: 123 da Stone Town
lasciato il 18/10/2019 ore 20:49
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Tanzania Zanzibar ST 11/09/2019 Tour delle spezie al mattino, molto interessante anche sa fatto parzialmente sotto la pioggia. Barca to Prison Island nel pomeriggio, sull'isola non c'è nulla da vedere, e lo snorkeling termina ancora prima di iniziare a causa di qualche medusina che punge quando ci si mette in acqua. Inoltre non c'è grande corallo ed il tempo è bruttino, esce il sole sulla via del ritorno. Cena al luckman molto interessante.
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Autore del messaggio: Nbomangombe da NBoma Ngombe
lasciato il 18/10/2019 ore 20:48
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Tanzania Zanzibar StoneTown 10/09/2019. E infatti ci si sveglia senza corrente, e meno male che avevamo già chiuso i bagagli ieri sera. Ci prepariamo al nuio ed alle 5,30 passano a prenderci per andare in aeroporto. Volo tranquillo, alle 8,30 siamo a Stone Town. In hotel la camera è già pronta, è piccolissima, sarà dura riambientarsi, dopo i lussi del safari. Trascorriamo tutto il giorno a zonzo per ST, al mercato, al porto, arrangiamo le escursioni per domani e poi nel primo pomeriggio, stanchissimi, andiamo a riposare. La mia schiena ancora mi tormenta. Poi usciamo per il tramonto e ci concediamo un aperitivo al Mercury, Freddy Mercury era di Stone Town. Terminiamo la giornata a cena al ristorante indiano Ex Maharaja.
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Autore del messaggio: LoriBakary da Eyasi Lake
lasciato il 18/10/2019 ore 20:46
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Tanzania Eyasi Lake 9/9/2019 Siamo in conclusione del giro safari, con un pò di nostalgia anticipata e con un importante mal di schiena, che da ieri l'altro mi da qualche noia, approcciamo la giornata tribale. Partiamo alle 8 e dopo qualche chilometro raccogliamo Edward, la guida del tour tribale che ci accompagnerà nella giornata. Seguiamo alcune piste per una buona ora, prima di raggiungere il luogo dove sono accampati gli Hadzabe, una tribù di cacciatori raccoglitori, ancora molto schivi e non inclini a farsi civilizzare da enti, stati, governi o altre associazioni. Vivono cacciando gli uomini, e raccogliendo frutti bacche radici le donne. Hanno una idiosincrasia per i tetti, per cui vivono in capanne assolutamente permeabili, ed in condizioni molto primitive. Edward ha vissuto con loro per tre mesi, per conoscerne gli usi e costumi. Quando arriviamo la tribù intrattiene in una danza, forse di benvenuto, altri turisti arrivati prima di noi, il primo pensiero è che sarà una cagata di visita, con qualche balletto per intrattenere i turisti e così via, ma terminato il balletto gli uomini si radunano per conto loro e si spartiscono un piccolo scoiattolo che hanno verosimilmente cacciato e abbrustolito recentemente. Nel frattempo Edward ci mostra tutti i vari tipi di frecce usati nella caccia, stringiamo mani non lavate da almeno tre mesi, e cerchiamo di imparare i saluti nel linguaggio locale. Gli Hadzabe parlano emettendo degli schiocchi, caratteristica che li accomuna a poche altre tribù africane, non hanno contaminazioni genetiche con altri gruppi tribali. Al villaggio se così si può chiamare stanno separati dalle donne, di sera bevono e fumano mariuana e poi importunano le donne, almeno così ci racconta Edward. Quindi iniziamo la battuta di caccia, partiamo con tre cacciatori muniti di arco e frecce e li seguiamo. Le prede puntate sono dei piccoli passerotti ai quali tirano da sotto gli alberi. Occorre fare molta attenzione quando tirano, a non trovarsi in posizione da poter essere colpiti dalla freccia in caduta. Catturano tre uccellini, che poi mostrano orgogliosamente a noi affinché li si possa immortalare. Organizzano anche delle battute di caccia di più giorni spostandosi di molto e puntando a prede grosse, come giraffe. Ma la preda più ambita è il babbuino, perchè una preda rituale, che da loro forza e coraggio. E infatti del babbuino vestono le pelli ed anche una specie di coroncina da testa. Alla terza preda catturata, il capocaccia pretende di fare una foto con Francesca, chiedendole di tenere in mano il passerotto appena catturato, lei non riesce ad acconsentire alla richiesta, per cui le vado in soccorso e tengo io il passero per la foto. L'hadzabe comunque si toglie la coroncina di babbuino dal capo e lo pone in testa a Francesca, poi prende il mio cappellino e lo mette in testa lui... Altro che permetrina... La mettiamo sul ridere per non pensarci troppo. Rientriamo al villaggio, dove nel frattempo sono arrivati altri turisti, veniamo ancora coinvolti noi uomini nel tiro con l'arco, e naturalmente sia io che Simone siamo due pippe, ma almeno io ho mal dí schiena, altrimenti... Infine salutiamo, lasciamo una mancia e ce ne andiamo. Bella esperienza comunque. Ci rimettiamo in strada e dopo circa una trentina di minuti siamo al villaggio Datoga. Veniamo accolti da alcune donne della famiglia, la mamma, che sta confezionando un gonnellino rituale e alcune delle figlie (sono 9 figli in tutto). Ci fanno accomodare in una capanna ed Edward ci racconta un po di cultura locale, come fanno a fidanzarsi o sposarsi, come gestiscono la poligamia e alcuni cenni sui rituali di circoncisione. Poi invitano le ragazze a provare a macinare il mais con sasso e mortaio, e naturalmente anche loro sono delle pippe, anche imbarazzare. Infine ci spostiamo in zona uomini, dove lavorano i metalli, fondono scarti di metallo riciclato e producono bracciali o monili in ottone, rame. A fine dimostrazione ne acquistiamo un paio a testa e poi salutiamo e cordialmente ci allontaniamo. Il resto della giornata è un lungo viaggio, verso NbomaNgombe, salutiamo i ragazzi al bivio per l'aeroporto, pensavo che avessimo modo di salutarci in maniera un po più romantica, mi spiace. Poi ci lasciano in hotel, dove facciamo ina doccia e usciamo che è ormai gia buio. Dopo un tentativo di discesa in paese, torniamo a mangiare al chicago bulls cafè, e mangiamo il nostro primo ugadi e pasto africano con le mani. Buono, Poi usciamo per rientrare a casa, ma veniamo seguiti da una moto e tre persone del chicago bulls, non abbiamo pagato le birre, ma solo il cibo. Ci mettono un po di paura, la strada è sterrata e molto isolata, ma si risolve pagando le birre a prezzo maggiorato perchè non hanno il resto. Rientriamo in hotel e prepariamo i bagagli, e meno male, perché domattina si farà tutto a luce spenta. Non c'è rete.
<-------> Email: @.